LE OSSA DEL SANTO
Le campane rintoccarono le sei del mattino, i campi brillavano di brina sotto l’aurora che si andava esaurendo, dal tenue rosato, al giallo del sole di giugno. Il paese era formato da sei imponenti case di pietra di quattro o cinque piani unite tra di loro da archi e porticati , veri e propri palazzi, i costruttori, di circa duecento anni prima, avevano sfruttato l’altezza visto che il paese si estendeva in una piccolissima pianura stretta, quasi strozzata, tra le colline, che tradivano vocazione di montagna, visto che le sommità spesso si indurivano in anguste punte che agganciavano le nuvole di passaggio, così, che le cime erano quasi sempre avvolte da una nebbia montana. Il paese si stringeva intorno alla Chiesa la cui facciata si apriva su di una piazza ricamata da ciottoli bianchi e neri che formavano fiori e M di Maria in tre cerchi, davanti, una scala portava al cimitero, costruito sotto il livello della piazza e sotto ancora fascie coltivate a patate e la sottile striscia di s