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Visualizzazione dei post da maggio, 2007

Vernazza

Vernazza Polvere bianca tra gli scogli azzurro di vetro il tramonto rosa la sabbia granchi passano come fantasmi lievi l'odore di sale arriva a me chiudo gli occhi e penso cullo la mia mente al rumore del mare una nave fischia al porto lontano cullo la mia anima tra il sale il vento alza a me le voci genovesi di pescatori ossi di seppie stanno bianchi tra le reti al sole odore di viscere...di pesce baie lontane sogno ma quando apro gli occhi mi trovo bene qui dove sto queste sono le mie baie esotiche dove i suoni sono uguali le case sfumature di colori aggrappate ai verdi vigneti, dove i pesci sono scaglie di luce stelle in un cielo liquido qui la mia anima si culla nel sale. Adriana Port

Liguria

Liguria Lo spirito si perde Nell'infinito mare. Salsedini secche Profumi fruttati Di agavi e scogli. Spuma sferzante Disegnata sui promontori. Uomini pochi Sparsi Confusi nei colori molli dell'autunno. Merletti di reti Sull'acqua oleosa. Rubini d’uva Argenti di ulivi Sui colli Aggrappati Giu’ Verso il mare. AdrianaPort

LA STRISCIA ROSSA

Recco, 23 maggio 1998 La Striscia Rossa La luce della luna si confuse con quella della lampara, Giobatta sbadigliò…guardò lontano i galleggianti della rete che delimitavano il mare, il suo giardino! Quel piccolo pezzo di mare era suo, dentro al cerchio pascolavano i suoi pesci e la sua vita. Poteva andarsene via? Sì, poteva andar via lasciare tutto… anche quello spicchio di mare tutto suo…ma non ne era capace. Si voltò, la riva era lontana, persa tra le onde fluorescenti, una barca a remi passò vicino, in silenzio, e scomparve dietro il faro; era li’ in quel silenzio che lui immaginava, immaginava un’altra vita, uguale diversa? Diversa, uguale ma con piccoli particolari cambiati: ad esempio la striscia della barca! Blu e non rossa. Un’inezia, si ma per voi; per Giobatta no! Per lui stava tutto in quella striscia rossa. Sì, sì rossa e non blu o verde! Era per quella striscia li’ che la sua vita non era quella che lui voleva! Giobatta ne era sicuro, se la striscia fosse stata bl

IL LUME E LA FALENA

IL LUME E LA FALENA Gianni era un uomo distinto, sempre ben vestito con la cravatta anche se non era domenica; tanto che in paese lo chiamavano ü meistro…lui sapeva a malapena scrivere il suo nome. Ora vuoi per il suo aspetto distinto, vuoi per un’innata perspicacia dava consigli a tutto il paese, e tutto il paese andava a chiedere aiuto. Viveva così, con poca pensione e con le uova ed i polli che i contadini gli regalavano in cambio di qualche saggio consiglio che li aveva tolti da chissà quale impiccio. Gianni era contento di essere considerato importante, si rendeva utile; quando passava nelle vie i bottegai si sporgevano lo salutavano inchinandosi, le donne dagli usci lo chiamavano in casa, gli offrivano il caffè, raccontavano dei campi, dei malanni dei bimbi o del marito, aspettavano ammirate un suo consiglio – Usa quest’erba Nini! – oppure – Usa questo concime! – poi usciva tra mille ringraziamenti, voltava la via – Meistro! meistro, guardi…- e lui si fermava – Meistro secondo

OLIVO E SENOFONTE

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Recco, 3 marzo 2000 OLIVO E SENOFONTE Da lontano sembrava un paese come tanti altri le case strette, le tegole rosse incastrate, i comignoli nebbiosi neri di fuliggine: la quiete irreale si stiracchiava nella campagna assolata. Qui in due casette di pietra piccole, quasi da fiaba vivevano Olivo e Senofonte, esseri fragili, incompiuti attaccati alla terra come le due querce sovrastanti i loro piccoli tetti. In paese li chiamavano gli gnomi, sempre indaffarati, minuscoli perché volevano esserlo, esistevano ma di loro non si accorgeva nessuno, a loro bastavano le casette, le enormi querce, il loro minuscoli caratteri che si fondevano s’intrecciavano come i rami dei due alberi protettori. Olivo e Senofonte erano appagati dai giorni brevi e lunghi, dalle piccole gioie e dai grandi dolori – loro sapevano che per due esseri minuscoli i dolori sono più grandi – ma non si lamentavano. Vivevano, e dentro questa parola loro mettevano tutto, le posate di casa ed i tramonti dietro la valle sem