Tempesta
Qui
cadde Tempesta
tra
i biancori invernali
i
rossi delle faggete
sotto
questo cielo blu infinito.
Guardo
i valloni fioriti:
echi,
lontani, di guerre indimenticate
passano
tra
gli stormi di rondini spaurite.
Immobile
resto
senza
pensieri
ascolto
racconti non detti
gesti
antichi
rumori
lieti
attendo
suoni
che
stravolgano la quiete irreale
Attendo
chi non può
ritornare
in
queste case arroccate di pietra
bianche
lapidi sui muri testimoni.
Guardo
lontano i monti
-
Qui cadde Tempesta
mi
disse l’amico vecchio
-
Non torna?!
-
No! – dissero alla madre.
Attendo
Cosa?!
La
vita che torna.
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